La zona di coltivazione si estende, come recita il nome del vino, nei comuni di Morgex e La Salle, sulla sinistra orografica della Dora Baltea: siamo nell’ultimo tratto della Valle d’Aosta che si apre nella stupenda e maestosa valle, la Valdigne (degna di un re, appunto), dove anche la vite non abbandona l’uomo e si innalza alle altezze più proibitive. Di terrazzo in terrazzo, di gradone in gradone, i vigneti arrivano a raggiungere i 1200 m. di altitudine. Il fenomeno è veramente eccezionale e quanti scrivono di cose enoiche, puntualmente, non mancano di annotarlo ricordando che ci troviamo di fronte ai vigneti tra i più alti d’Europa. Il Blanc de Morgex et de La Salle è prodotto utilizzando esclusivamente il vitigno Prié Blanc– biotipo Blanc de Morgex, di cui non si conosce con esattezza l’origine. Alcune fonti vorrebbero attestata la viticoltura a bacca bianca in quest’area fin dall’VIII sec. e, probabilmente, dall’epoca dei Romani. Una tradizione locale lo vorrebbe invece importato in Valle d’Aosta verso il 1630 da coloni del Vallese chiamati per popolare l’alta valle desolata da una pestilenza e divenuti poi proprietari della metà della superficie loro inizialmente assegnata a titolo di mezzadria. Altri studiosi non ritengono attendibile tale ipotesi e propendono piuttosto a considerare questo vitigno come autoctono della Valle d’Aosta e non è difficile immaginare che si tratti di vitigno indigeno, scelto cioè attraverso i secoli secondo una selezione attuata partendo o da eventuali modificazioni o da spontanee seminagioni.
Bel colore gaillo paglierino tenue, spuma fine, sentori freschi di mela e uva spina,sentori minerali. In bocca è fresco e leggermente acidulo, si riconoscono note di fiori bianchie e frutta presca mela e pera in primis e sentori minerali.
Abbinamwenti: ottimo come aperitivo, da bere con piatti di crostecei, frutti di mare e primi a base di pesce e verdure, ottimo con fruttura di paranza alla viareggina.